D’inverno

L’inverno mi piace, è potente e lo rispetto. RIspetto questo suo spirito calmo, immobile. Questa enorme potenzialità nascosta nello standing still. Come se una statua, all’improvviso, cominciasse a muoversi ed a danzare: questo è l’inverno.

Risparmiare, tesaurizzare, metter da parte. La lezione della formica è lavorare e risparmiare in estate, ma è l’inverno che ti costringe a fare i conti con quello che hai, nel silenzio. Nel buio della terra trovare le energie per rompere il guscio, trovarle sapendo già di averle, sapere dove sono, solo aspettare il momento giusto.

Essere pazienti, come l’assassino. Come il predatore. Essere immobili, come la preda, come il camaleonte.

Non fare nulla, sottrarre, arrestarsi al necessario, all’essenziale. Fare un salto (all’) indietro, tenere la propria mano, sentire il limite per accogliere tutto quello che può essere utile

Cercare, lasciarsi andare, trovare e di nuovo lasciare.

Perchè quando tutto è fuori fuoco, non rimane nulla da afferrare. Quella antica storia dell’ultimo umano in mezzo ai vampiri: chi è il mostro?

La scelta del fuori fuoco o del fuoricampo sottinteso è la scelta del tutto, l’essere parte del tutto, guardarlo e non fissarsi su niente. Proprio quando la totalità mi soffoca ed io vi annego felice: quando respiro in un liquido nuovo.

Eppure, è lo stesso di tutti i giorni.

Share

1 thoughts on “D’inverno

Lascia un commento